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Accettazione e Cambiamento

IL CONCETTO DI ACCETTAZIONE NEL LAVORO TERAPEUTICO

“A volte vorrei lasciarmi
Ma non saprei con chi altro andare
A volte m’innamoro di me
E ritorno a ballare”

Ho deciso di iniziare a scrivere prendendo come punto di partenza questa frase tratta da una delle mie canzoni preferite: “La nostra pelle” degli Ex-Otago.
E’ una canzone che per me contiene e trasmette uno dei concetti fondamentali che si trasmettono anche nel lavoro terapeutico, l’accettazione, in primis di sé stessi e poi, di conseguenza, anche dei vari eventi che compongono la nostra realtà.

Facciamo un passo indietro. Il concetto di accettazione radicale è centrale in vari orientamenti terapeutici tra cui la Acceptance and Commitment Therapy (ACT) elaborata da Hayes R. e la Terapia Dialettico Comportamentale (DBT) sviluppata da Marsha Linehan M e ha origine nella filosofia buddista.
E’ considerato un passaggio importante nel processo di cambiamento.

In breve: tutti noi, a volte, facciamo fatica a gestire situazioni inaspettate e che ci possono mettere a dura prova.
Le esperienze possono essere le più diverse: interfacciarsi con persone o contesti che non ci piacciono, non accettare alcuni aspetti di noi, separarci o interrompere una relazione, perdere una persona cara, perdere il lavoro, affrontare una malattia, rimanere bloccati nel traffico e così via… ciascuna di queste esperienze, indipendentemente dalla sua natura, è in grado di portare un carico di sofferenza emotiva in chi le sperimenta.

Potrebbe essere che la prima reazione di fronte a questi eventi è quella di non accettazione della realtà; lo scopo è quello di non soffrire, quindi, in un certo senso, non accettando la realtà allontaniamo la sofferenza. Se le cose non vanno come sperato, si potrebbero attivare le nostre credenze – delle regole – su noi, sugli altri e sul mondo: “non dovrebbe andare così”, “dovrebbe andare in questo modo”, “non è giusto”, “perché sta succedendo proprio a me?”, “perché non sono in un certo modo?” “non vado bene”.
Queste tipologie di pensieri potrebbero generare un grosso malessere in chi li sperimenta, però bisogna tenere a mente che noi possiamo avere la facoltà di decidere come affrontarli e quanto “credere” in essi. Il primo passo dunque potrebbe essere quello di imparare a rapportarsi in modo differente proprio ai nostri pensieri. 

L’accettazione radicale fornisce una guida nell’ accettare la vita senza resistere a tutto ciò che non possiamo cambiare. “Accettare la vita così com’è e come viene” identificando ciò che è possibile controllare o no nella propria vita; è uno strumento che rende in grado di valutare ciò che accade, o che è accaduto, nel modo più oggettivo possibile e decidere consapevolmente se e come agire per cambiare la nostra situazione attuale.

Attenzione però: l’accettazione radicale non è sinonimo di rassegnazione o di passività, si tratta bensì di una pratica attiva che fornisce una chiave di lettura differente agli eventi in grado di aprire la strada a nuove percezioni e soluzioni. Senza sentirsi sopraffatti.

A cura della Dott.ssa Carol Giannotti

Bibliografia

  • Hayes, S.C. &Strosahl, K.D. (2010). A Practical Guide to Acceptance and CommitmentTherapy.
    Springer: New York.
  • Hayes, S.C., Strosahl, K.D.& Wilson, K.G. (1999). Acceptance and Commitment Therapy: An
    Experiential Approach to Behavior Change. Guildord Press: New York.
  • Kabat-Zinn, J. (2004). Vivere momento per momento. Sconfiggere lo stress, il dolore, l’ansia e la
    malattia con la mindfulness. Edizioni TEA
  • Linehan, M. M. (2018). Cognitive-behavioral treatment of borderline personality disorder. Guilford
    Publications.
  • Mindfulness. Formazione e Counseling a Bergamo (n.d) Dire Si alla Vita – L’Arte dell’Accettazione Radicale. https://www.mindfulnessbergamo.net/testo-arte-della-accettazione-radicale
  • Segal, Z. V., Williams, M., & Teasdale, J. (2018). Mindfulness-based cognitive therapy for depression.
    Guilford Publications