bt_bb_section_bottom_section_coverage_image

404 Error – Perfection Not Found

Il desiderio di migliorarsi è sano e funzionale, anima le nostre giornate e ci permette di raggiungere importanti obiettivi di vita. Quando eccessivo e focalizzato ad evitare l’errore potrebbe però  trattarsi di perfezionismo

La strada per la perfezione è un viaggio senza meta. Lungo il percorso ci ripetiamo frasi come: “non devo sbagliare“, “deve andare tutto bene“, “se sbaglio sarà la fine“. Tutto accompagnato da sintomi fisici come mal di stomaco e mal di testa, bisogno di controllare tutto e forte ansia. Tendenzialmente un passo falso basterà a credere di essere un fallimento, inadeguati o valutare la nostra vita in termini negativi. In aggiunta ci fa perdere di vista dove stiamo realmente andando.

Il perfezionismo, infatti, diventa un problema quando non ci permette di raggiungere obiettivi personali e genera stati emotivi di ansia e depressione.

C’è una profonda differenza tra desiderare o preferire di fare bene ed impegnarsi per questo, e pretendere invece la perfezione assoluta.

Quando pretendiamo la perfezione nel raggiungimento di un obiettivo desideriamo il successo ma siamo orientati a evitare il fallimento, un orientamento negativo.

Il perfezionismo ci distrae dal nostro obiettivo tanto da ottenere l’effetto contrario di ciò che desideriamo. Riconoscere i pensieri tipici che accompagnano uno stile comportamentale perfezionista può essere il primo passo per liberarcene.

Solitamente è caratterizzato da:

  • Standard personali eccessivamente elevati.
  • Elevata critica nei confronti delle proprie prestazioni, tanto che i successi vengono spesso sottostimati.
  • Pensiero “bianco o nero”: o si raggiunge l’obiettivo o è tutto un fallimento (i piccoli traguardi non contano).
  • Attenzione e controllo eccessivo ai dettagli e alle regole, al fine di prevenire l’errore.

Osservare in noi stessi questo stile di comportamento e rintracciare nella nostra storia di vita le determinanti che hanno contribuito ad alimentarlo può aiutarci a essere più amorevoli verso noi stessi e condurre una vita più serena.

Per farlo possiamo iniziare ad accettare che una perfezione oggettiva in termini di comportamento umano non esiste.

 

A cura della Dott.ssa Nicoletta Donadio

 

Bibliografia 

Hewitt, P. L. e Flett, G. L. (1991). Perfectionism in the self and social context: conceptualization, assessment, and association with psychopathology, Journal of Personality and Social Psychology, 60, 456-470.

 

Lombardo C.; Violani C. a cura di. (2011). Quando perfetto non è abbastanza. Conseguenze negative del perfezionismo. LED Edizioni Universitarie  (collana Psicologicamente)